La mia canzone per te: intervista e recensione

Ospite della scrittrice Monica Portiero per un’intervista. Presentazione e recensione del romanzo Il Veleno nell’Anima… grazie di cuore, Monica!

“Con una scrittura piacevole, a tratti poetica, tanto da dare l’impressione che l’autrice più che scrivere dipinga, si scopre l’anima stessa dei protagonisti. Mariana ha una capacità narrativa drammatica di tutto rispetto che mi ha portato indietro nel tempo, alle atmosfere del romanzo che amo di più al mondo: Cime Tempestose.” (Continua a leggere la recensione su La mia canzone per te)

Intervista a Mariana Fujerof

Quando è nato ‘Il Veleno nell’Anima’ e da dove trae la sua ispirazione?

È nato diversi anni fa come esigenza di dare voce alla sofferenza e all’incomprensione che possono nascere all’interno di una famiglia. Per quanto l’essere umano possa tendere ad aspettarsi eccessivamente del buono dai vincoli famigliari, il dolore e la bruttezza che a volte si sprigionano da questi legami stupiscono e sfiancano sempre e comunque. Ecco, questa era la mia urgenza: esasperare quella verità, quella dinamica del male che si propaga sorprendendoci indifesi e bisognosi proprio in quel nucleo dove, per natura, ci si dovrebbe sentire maggiormente protetti.

Mi vuoi parlare dei personaggi della tua storia?

La protagonista è una figura talmente stordita e narcotizzata dal dolore e dal proprio senso d’inutilità, da non riuscire a cogliersi come persona nell’atto di vivere. La percezione di se stessa diventa priva di sonorità interiore e traslata nel tempo. Le cose, le persone e le situazioni reali vengono vissute da lei come in uno stato di dormiveglia incastrata tra il non essere e il terrore di venire soppressa.
Ludwig, invece, è tutto quello che lei ha sempre temuto, ma riconoscendolo come tale se ne sente irrimediabilmente attratta e consegnata a ciò che deve compiersi. Spesso il dolore ama presentarsi con l’inganno, così Ludwig a lei appare in un primo momento come il salvatore che porta finalmente senso e nuovi aliti nella sua esistenza. Grazie alla presenza di Costantino, che nell’evolversi della vicenda si presenta poi come antagonista di Ludwig, si evince sempre più la portata devastante e famelica di questo fratello che potrebbe sbriciolare l’esistenza della protagonista prima ancora che prenda forma.

Cosa ti ha ispirato nel creare situazioni tanto intense tra i due personaggi principali?

Ciò che appare intenso, e magari sovraccarico, tale è fino a quando sembra riferirsi ad altri, ma appena siamo noi ad esserne coinvolti, ecco che quell’ardente e pulsante forza vitale si rivela naturale, inevitabile, e come l’unica stoffa che drappeggia il nostro dramma. I due protagonisti vivono dunque intensamente lo svolgersi ineluttabile di ciò che a lungo era stato covato e che finalmente ora entra prepotentemente nella storia delle loro vite.

Il romanzo è d’ispirazione altamente psicologica… il complesso di Elettra è ben vivo nel personaggio maschile di Ludwig. È stato difficile creare, da donna, un uomo tanto complesso?

Non è in fondo quello che uno scrittore cerca? Attraverso la narrazione sfidare e avvicinarsi a ciò che è meno conosciuto e familiare, pur di esprimere la complessità e vastità delle espressioni del vivere. Io, come donna e autrice, non saprei dire quanto possa avere reso la psicologia del personaggio maschile anche se, a dire il vero, sono stata catturata sin da subito e incuriosita da una figura che, oltre a esprimere potenzialmente un mondo maschile, in realtà si riferiva più alla forza del male, della disperazione, del potere sugli altri, della rivendicazione dei propri bisogni male espressi. Sì, ho dovuto immaginarmi alcune volte come la forza e la prestanza fisica di Ludwig si offrissero al servizio della cattiveria, dell’oltraggio, o riuscissero a contenere il proprio dolore negandolo. Pur non avendo voluto coglierlo con occhio patetico, il suo affanno e ricerca d’amore e di conferme non erano più celabili nemmeno di fronte a situazioni dichiaratamente malvagie da lui stesso create. È un uomo che soffre e che agisce e si relaziona all’altro attraverso la sofferenza inflitta o percepita. La sua ricerca della madre ha perso ormai le tracce originarie, si è trasformata in una rivendicazione senza nome e senza contenuto, in un atto cieco che cancella qualsiasi possibilità che il bene possa compiersi. È profondamente sfiduciato; nonostante si mostri combattivo, arriverebbe a temere addirittura l’amore della propria madre, essendo la sua vita tutta strutturata sulla privazione di esso e non sul suo adempimento.
Ludwig è consapevole del suo fascino, del desiderio che può suscitare nelle donne, conscio dell’invidia e ammirazione degli uomini. Non lascia indifferenti e in parte teme che l’essere buono possa sembrare un modo sbiadito di vivere…

Come vedi ‘Trachta’? Come vedi Ludwig?

Lei è imprigionata nei contorni di una bellezza fisica struggente e il suo non esserne consapevole fa aumentare nell’altro la brama di possederla e fagocitarla. Ludwig ha invece tratti virili riconoscibili nella buona fibra muscolare, nella fierezza dello sguardo e del portamento, e nel sapere ingravidare le cose e i luoghi con il suo passo altero. Sa ammaliare l’altro indebolendolo e piegandolo alla sua volontà.
Qualsiasi similitudine con attori o personaggi famosi sarebbe fuori luogo o riduttiva per descrivere l’aspetto esteriore di Ludwig e della protagonista. Preferisco lasciar spaziare l’immaginazione del lettore…

C’è un luogo, in particolare, in cui vedresti bene ambientata la storia de ‘Il Veleno nell’Anima’?

Nell’atto di semplificare l’ambientazione uno scrittore può ispirarsi a luoghi direttamente conosciuti, per poi ammettere che era proprio a ‘quelli’ che voleva riferirsi. Chi parla del male subito non ama ipotizzarlo. I luoghi descritti nel romanzo hanno precise coordinate sulle carte geografiche… ho solo aggiunto il labirinto che in realtà non c’è nel parco della villa, mentre esistono tuttora la torre belvedere e la tomba dell’amatissimo cane.

 

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Monica Portiero è l’autrice dei romanzi: La valle delle ombre – Cercando Elene e Nora e il bacio di Giuda

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